domenica 13 luglio 2008

Miracle on ice

Parlando di olimpiadi, penso sia giusto raccontare una delle pagine sportive più interessanti anche se riguarda un'olimpiade invernale. Confesso che l’ispirazione mi è venuta da un film del 2004, "Miracle" con un ottimo Kurt Russel.

L’olimpiade in questione è quella di Lake Placid del 1980, la storia ha preso il nome di “miracle on ice” miracolo sul ghiaccio. Protagonista la nazionale di hockey sul ghiaccio degli USA. Squadra composta solo da studenti universitari e dilettanti e non dai giocatori famosi della NHL, squadra sulla quale nessuno avrebbe scommesso un dollaro. Prima del torneo presero una sonora sberla (10 a 3) dai sovietici campioni indiscussi da anni.

Il torneo di hockey su ghiaccio di queste Olimpiadi si svolse tra il 12 e il 24 febbraio del 1980 e vide partecipare 12 squadre, e cioè le 8 squadre del gruppo A dei campionati mondiali del 1979 e le migliori 4 del gruppo B tra cui il Giappone, per via del forfait di Germania Est e Svizzera. Il torneo era così strutturato: si svolsero due gironi eliminatori da sei squadre ognuno, e le prime due di ogni girone vennero ammesse al girone finale che assegnava le medaglie, mentre invece le terze dei due gironi giocarono una “finalina” per il 5° posto che a sorpresa vide di fronte Canada e Cecoslovacchia, con questi ultimi vittoriosi sui nordamericani.

L’allenatore della nazionale USA, Herb Brooks, preparò i suoi atleti con durissime sessioni sui pattini, riprendendoli alla minima difficoltà o debolezza e il suo metodo diede frutti inimmaginabili: grazie al loro gioco fisico e ottimamente coordinato, ottennero nel loro girone un pareggio (con la Svezia, classificata prima per la differenza reti) e 4 vittorie, tra cui un sorprendente 7-3 contro la Cecoslovacchia.
Nel girone delle medaglie, gli U.S.A. affrontarono l’Unione Sovietica il 22 febbraio, in un match epico. I Sovietici erano fortissimi, avevano fuoriclasse del calibro di Boris Mikhailov (che era il capitano), Vladislav Tretiak (tra i migliori portieri al mondo) e il fortissimo difensore Viacheslav Fetisov. Ma dall’altra parte, il portiere Jim Craig ed i suoi compagni non ne erano di certo intimoriti, anche se prima che cominciasse il torneo olimpico, esattamente il 9 febbraio, c’era stata un’amichevole tra i due team, finita 10-3 per i sovietici.
La partita olimpica è emozionante, bandiere stars and stripes e cori patriottici americani fanno da cornice… ma è subito 1 a 0 per i sovietici, gol di Krutov che devia un tiro di Kasatonov; subito dopo arriva il pareggio con la marcatura di Schneider; ma l’Unione Sovietica si riporta subito dopo in vantaggio con il gol di Makarov.
Gli U.S.A. sono sotto per 2 a 1, ma è proprio lo svantaggio a dare loro la giusta grinta, Jim Craig si migliora di minuto in minuto e, alla fine del primo tempo, una respinta corta di Tretiak su tiro di D.Christian permette a Mark Johnson di raggiungere il pareggio.
Secondo periodo e svolta della partita: il coach sovietico Tikhonov, con la sorpresa di entrambe le squadre, decide di sostituire Tretiak con Myshkin, il secondo portiere, che ben si comporta all’inizio. I sovietici si riportano di nuovo in vantaggio 3 a 2, ma nel terzo periodo è di nuovo Johnson a raggiungere il pareggio, scagliando il disco alle spalle di Myshkin. Mancano 10 minuti: Craig è un fenomeno, para di tutto, poi Pavelich passa il disco a capitan Mike Eruzione, che, completamente solo nell'"high slot" (l'area di fronte alla porta, prima della linea blu), segna il 4 a 3.

A sette secondi dalla fine, dopo svariati tentativi dell’Unione Sovietica di agguantare il pareggio più volte sventato dall’ottimo Jim Craig, e durante il tentativo da parte degli U.S.A. di liberare l’area, la folla cominciò un conto alla rovescia, al quale si unirono anche il telecronista Al Michaels e l'ex portiere Ken Dryden dei Montreal Canadies che commentavano l’incontro:
"Undici secondi, vi restano dieci secondi, stanno contando alla rovescia in questo momento... restano cinque secondi di gioco! Credete nei miracoli? Sì!"
Il miracolo era avvenuto, i sovietici erano stati battuti, e il 24 Febbraio, gli U.S.A. si laurearono campioni olimpici battendo per 4-2 la Finlandia. Questa straordinaria vittoria ebbe molto risalto in tutti gli Stati Uniti: Al Michaels, il telecronista della partita, venne eletto telecronista dell’anno e la squadra ricevette dalla prestigiosa rivista "Sport Illustrated" il premio di “Sportivo dell’anno“.

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